giovedì 7 novembre 2013

Rimorsi storici

In una intervista rilasciata il 5 Novembre,a 'Il Fatto Quotidiano', Moni Ovadia ha comunicato il suo addio alla Comunità Ebraica di Milano.

"Io non voglio più stare in un posto che si chiama comunità ebraica ma è l’ufficio propaganda di un governo. Sono contro quelli che vogliono israelianizzare l’ebraismo."

Prosegue Moni Ovadia, ricordando il "non interventismo" della comunità sulle uscite dell'ex Premier Berlusconi e alla vicinanza tra esponenti della comunità e fascisti:

"Ho deciso di lasciare, come ha fatto Gad Lerner a causa della mancata presa di posizione dei vertici milanesi dopo l’uscita di Berlusconi al binario 21, nel Giorno della Memoria...La vignetta su Fiamma Nirenstein prendeva in giro la disinvoltura con cui una donna, appassionatissima della causa israeliana, può sedere in Parlamento accanto a uno come Ciarrapico, che non ha mai smesso di dirsi fascista."


""I miei figli dicono di sentirsi come le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso". Così Silvio Berlusconi risponde a Bruno Vespa, in un passaggio del suo libro, alla domanda se sia vero che i figli gli hanno chiesto di vendere e di andare via."


Poco dopo, su Repubblica.it compare la prima dichiarazione di Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità Ebraica di Roma:
"Frase molto infelice, ho bisogno di tempo per riflettere"

Tempo per capire la frase o per capire quanto gli conviene avere amici in Forza Italia?

A questo punto indovinate chi interviene a proteggere Berlusconi?
Sull'Huffington Post, una dichiarazione di Fiamma Nirenstein (già vicepresidente della commissione Esteri della Camera durante il governo Berlusconi):


Cosa c'entra l'opera buona della madre di Berlusconi con la sua (ultima) infelice dichiarazione? 
Si tratta della tecnica del volo parabolico delle notizie (che ho spiegato qui): una prima notizia esplode in tutta la sua vergogna e per abbassarne la portata in termini di scandalo (e magari usarla a proprio favore) si usa una seconda notizia, simile ma meno credibile, che sgonfia anche la prima notizia.
Altre volte, come in questo caso, si usa una seconda notizia che ha poco a che fare con la prima ma che serve a "raffreddarla". Prosegue la Nirenstein:

"“Quelle parole sono un modo di dire, una banalizzazione linguistica, un'iperbole che però ben racconta lo stato d'animo esasperato e addolorato” dell'ex presidente del Consiglio."

Da quanto tempo in tanti, dentro e fuori le comunità ebraiche, parliamo proprio della banalizzazione come prima forma di razzismo?
Quanto volte si è parlato della banalità del male?

"“Mi è capitato di parlargli della questione israeliana e mi ha sempre ascoltato con profondità e attenzione, tanto che proprio con Berlusconi l'Italia ha finalmente cambiato la politica estera nei confronti di Israele dando prova di avere compreso il problema meglio di altri politici italiani”"

Insomma, per Fiamma Nirenstein la vicinanza alla politica israeliana val bene una dichiarazione orrenda del Cavaliere. Meno male che Moni Ovadia ci aveva avvertito!

Nel frattempo, Pacifici ha riflettuto e rilascia una dichiarazione più articolata. Io ero rimasto, come dicevo sopra, al "volo parabolico" che viene fatto fare alle notizie, invece qui Pacifici aggiunge altre gaffe a quella di Berlusconi e ne approfitta per avanzare le solite proposte censorie:

"Per Pacifici, Berlusconi “dovrebbe trovare un paragone più vicino alla sua esperienza lasciando stare gli ebrei, perché la democrazia italiana può sbagliare ma non è certo un regime nazifascista”. Quale paragone? “Mi viene in mente Tortora, perseguitato dalla giustizia"

Tortora. Che si e' fatto oltre un anno di galera da innocente, mentre Berlusconi ha sulle spalle una condanna definitiva e non fara' un giorno di galera.

"Il capo della comunità ebraica della Capitale poi ragiona sulla “contraddizione” tra quello che viene affermato dall'ex presidente del Consiglio con “il lavoro importante svolto dai parlamentari del Pdl impegnati nell'introduzione del reato di negazionismo, come Lucio Malan, e nei territori per continuare a preservare la memoria della Shoah”. Il leader della neo Forza Italia, insomma, “non è certamente paragonabile ad Alba Dorata”."

Ah, certo, c'è una bella differenza con Alba Dorata: quelli parlano greco!

Il lavoro importante relativo alla preservazione della memoria lo vediamo poco lontano da Roma, ad Affile, dove sta proseguendo la costruzione del mausoleo a Graziani, boia fascista.
Lo troviamo, come diceva il giorno prima Moni Ovadia, nei parlamentari come Ciarrapico.

E non parliamo del reato di negazionismo, tentativo spudorato di costituire una "storia di Stato" e di avere ogni scusa per censurare ogni storico. Anzi, facciamo continuare a parlare proprio Pacifici, con l'ultima dichiarazione:

"Infine Pacifici si augura che “nelle prossime edizioni del libro di Bruno Vespa quella frase infelice possa essere cancellata o corretta con una affermazione differente. Sono sicuro che c'è tempo per rimediare e per questo sarebbe interessante sentire i figli di Berlusconi”."

Come in uno scenario orwelliano, la storia, secondo Pacifici, deve essere cancellata per essere riscritta a piacimento. Anzi, al piacere del potente di turno.
Magari, potremmo festeggiare l'uscita delle prossime edizioni del libro di Vespa bruciando la prima edizione contenente la frase incriminata. Quando si dice "Corsi e ricorsi storici"!

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