sabato 11 gennaio 2014

Manco le basi del mestiere: sulla fiction "gli anni spezzati" e la non conoscenza della storia

Avevo pochi anni quando cominciai a sentir parlare della "storia" di Calabresi, di Lotta Continua, di SofriBompressi&Pietrostefani. Racconti di famiglia: affresco anni 70, qualcuno direbbe affresco generazionale ma, a pensarci meglio, in ogni momento della storia è lo scontro di generazioni ad essere una delle spinte maggiori al cambiamento.
Passano gli anni e la questione (era il governo D'Alema) torna in primo piano: si intravede la possibilità di discutere, nuovamente, tutto quanto accaduto e la possibilità di dire, finalmente, "questo è quanto è accaduto".
Niente da fare. Le paure iniziali per un possibile revisionismo sono ingenue, non si capisce che il primo vero ostacolo è che siamo alla fine degli anni 90, è ancora troppo presto per parlare di certe cose senza che i protagonisti di quel periodo, quelli che non sono solo sopravvissuti ma che sono riusciti a farsi una posizione e a prendere il potere (ad esempio Fini, ma anche lo stesso D'Alema e tanti altri), possano permettere una discussione vera dei fatti.

Pensate al fatto che non riusciamo ad avere una versione unica della storia delle due guerre mondiali (non solo della seconda, addirittura della prima!) perché i diversi fatti hanno più di una interpretazione: possiamo scriverci sopra più capitoli di un libro di storia, di quelli che abbiamo studiato alle superiori, ma pensatevi per un attimo tornati a scuola, in quei giorni, a quell'età, a quelle discussioni che si accendevano quando si parlava delle fosse Ardeatine e dell'attentato di via Rasella...politica (fantapolitica?) e poco altro!
E poi, dopo decenni, quella storia sarà "sbiadita": tanti fatti uno di seguito all'altro, una "cronistoria" superficiale, non c'è tempo e non c'è senso per capirne, saperne, di più.
Solo gli appassionati, gli studiosi o gli esperti andranno a cercare e leggere fonti più dettagliate, libri dedicati ad eventi specifici.

Ma, appunto, fin qui si tratta solo di eventi, immersi nella storia, e di interpretazioni: stiamo cioè dando per scontato che almeno la "cronistoria" sia conosciuta. Ingenui ottimisti!

Vi faccio capire meglio dove voglio arrivare: sappiamo tutti che in queste settimane stanno trasmettendo la fiction "Gli anni spezzati".
Ci si aspettava l'ennesima santificazione dell'uomo Calabresi. Magari!

Come se non fossero bastati il francobollo (che, nelle speranze della vedova, doveva servire a superare l'odio, vedi qui e qui) e l'istituzione di un premio, nonostante l'uso (provato) di certi metodi e i sospetti (fondati, ma pur sempre sospetti), ecco arrivata la fiction.
Io comunque preferivo questo francobollo.


Il problema sta a monte: come ci fa notare Christian Raimo in questo post
"Chi l’ha scritto, Graziano Diana (anche regista) con due autori alle prime armi – Stefano Marcocci e Domenico Tomassetti – ha evidentemente ritenuto opportuno prescindere da qualunque serietà di documentazione storica, appoggiandosi a riduzioni da sussidiario copiato male – non dico Wikipedia (che in molti casi è fatta molto meglio). Nei titoli d’apertura non dichiara nemmeno un nome di un consulente storico, nei titoli di coda ne cita tre, nessuno dei quali storico di professione"
Com'è che diceva Mario Brega nel film "Un sacco bello": Arfioooo, manco le basi der mestiere!


Ma non finisce mica qui!
Ennesimo sbertulamento della fiction da parte dell'Huffington Post: cosa ci fa un manifesto contro Casapound nella casa di un anarchico nel 1969?
Sarà pur vero che gli anarchici volavano dalle finestre, ma addirittura viaggiare nel tempo...

Oggi però, pensando proprio alla storia studiata e a quella raccontata, ho capitato qualcosa.
Mi è tornata in mente una puntata di un quiz televisivo andato in onda un mesetto fa. Ve lo ricordate?



No, tranquilli, non penso che siate tipi da quiz! E nemmeno che sia necessario sapere precisamente certe date...ma se vi chiedono "quando Mussolini ha ricevuto Ezra Pound?" o "quando Hitler viene nominato cancelliere", dandovi come alternative gli anni 1933, 1948, 1964 e 1979...non penso serva una laurea in storia, basta la quinta elementare per sapere che quei due dittatori non hanno visto la fine della Seconda Guerra Mondiale!
E che non si dica che è una questione di generazione: i concorrenti erano delle età più diverse.

Che cosa ho capito?
Proprio quanto dicevo all'inizio: stiamo cioè dando per scontato che almeno la "cronistoria" sia conosciuta!
Diana e gli altri sceneggiatori non sono così diversi dai concorrenti di quel quiz: che hanno un loro mestiere ma non sanno la storia.
Che poi, nello specifico, quel mestiere imponga di sapere la storia...è un altra storia!