venerdì 20 ottobre 2017

In Africa tra Himba, tori e supermercati

Sono soprattutto quei pochi momenti in cui si alza il vento e porta con se la sabbia del deserto a rendere il giorno più caldo di quello che è effettivamente.
Non faccio in tempo a scendere dal bus che veniamo circondati prima dalle ragazzine che ci vogliono vendere dei braccialetti e poi da tanti bambini che chiedono uno spicciolo o da bere.
Riesco ad uscirne intero regalando qualche "semplice" bottiglia di plastica che altrimenti avrei buttato. Più tardi, alcuni di questi bambini mi diranno che ognuna di queste bottiglie vale 10 centesimi, non poco da quelle parti.
Entrati al market Spar, una allucinazione: tra qualche avventore locale e i tedeschi vestiti da esploratori del secolo scorso, a spingerere il carrello della spesa c'è una donna di colore rosso, le lunghe trecce impastate dello stesso rosso che terminano con delle extension nere, il seno nudo e una gonnellina fatta di pelli di vari animali accatastati e infine tanti anelli dalla caviglia al polpaccio.
Un anacronismo vivente che finora avevo visto solo in romanzi e fumetti distopici.