lunedì 1 aprile 2013

Amsterdam - squatting e dintorni

 
AVVERTENZA (e breve riassunto) per i lettori

C'è voluto più di un mese per scrivere questo post. Il che non significa che ho scritto, cancellato, riscritto queste parole; significa semplicemente che ho scritto altri post o che ho dedicato le mie energie ad altro - leggi: lavoro, tweet e post incazzati contro grillini che piovevano come se fosse pasqua - ed infatti, eccoci qui, a pasqua, ultimo giorno di marzo di questo 2013.
Ne è valsa la pena: un incontro inaspettato qualche giorno fa in palestra ha fatto da morale a quanto racconto in questo post.

Sulla definizione di squatting, vi rinvio a fondo pagina, nota (0).

Prima di accingervi a leggere, un breve riassunto: tra il 25 e il 28 febbraio mi sono trovato ad Amsterdam, non per caso ma per un congresso, il Cisco SP Security Forum.
Sul mio arrivo e la prima serata, ho già scritto un post (http://letterecaffe.blogspot.it/2013/02/amsterdam-una-serata-italiana.html), il secondo in ordine di pubblicazione da quando ho aperto questo blog, in cui narravo della mia crisi di astinenza da ibuprofene e di una serata inaspettatamente italiana in un locale delizioso (De Nieuwe Anita).

I giorni precedenti alla partenza sono stati caratterizzati dalla ricerca di alcuni contatti ad Amsterdam...leggete e godetevela!


- Facciamo qualcosa di alternativo!
- Dove?
- Ad Amsterdam!
- No dai, non sei mica in una piazzetta di paese la domenica pomeriggio, dove il massimo è passare il tempo a vedere i piccioni contendersi le molliche di pane...sei ad Amsterdam, dove l'alternativo è quotidiano! Che vuoi fare di alternativo?



[tranquilli, sono semplicemente io che parlo con me stesso, lo faccio spesso quando sono nervoso, tipo in macchina in  mezzo al traffico o quando sto per partire per andare all'estero mentre nel mio paese c'è il rischio di una guerra civile]

Potevo deludervi? Noooooo: nei giorni che hanno preceduto la partenza per Amsterdam, in uno dei rari momenti liberi in cui sono riuscito a leggere Internazionale, l'occhio mi è caduto sulle pagine centrali del numero 987.
Per chi non lo sapesse, le pagine centrali di Internazionale presentano delle strisce di qualche fumettista: quella volta toccò a Kathrin Klingner, disegnatrice tedesca http://www.thefriendlyghost.com .
Kathrin ha descritto un pezzo della sua vita ad Amsterdam, nel periodo in cui ha occupato alcune case della città.
Le ho inviato una mail, le ho detto che volevo scrivere un articolo sullo squatting ad Amsterdam e lei gentilmente mi ha dato il contatto di una persona da andare a trovare: un ragazzo che, per proteggere la sua privacy, chiamerò Erik.

E così, nei giorni prima di incontrarlo, sorge spontanea la domanda di tutte le domande (dopo "cosa c'è per cena?")...

che domande posso fare ad Erik?

Cerco di capire cosa posso domandargli, perché ho detto che volevo scrivere un articolo...come se fossi un giornalista di lungo corso! Certo, sembra facile leggendo un qualsiasi giornale, ci si accorge che ognuno di noi è un giornalista mancato, basta superare la grande prova (1).

Cosa significa fare squatting ad Amsterdam? C'è una cultura di base, legata anche al fatto che i ragazzi vogliono uscire di casa e la crisi ovvero gli affitti e subaffitti a prezzi allucinanti rendono tutto più difficile. È poi, alla quantità di edifici abbandonati si uniscono delle leggi che fino a poco tempo fa quasi rendevano legale l'occupazione.

Insomma, ho contattato Erik la mattina di lunedì 25 febbraio, poco prima di partire, mi ha dato appuntamento per mercoledì mattina e mi ha consigliato, prima di vederci, di visitare alcuni locali, in particolare "Molli" (http://molli.nl/), dove c'è un kraakspreekuur, cioè una organizzazione per gli occupanti di case (2). Ma il forum si svolge dalla mattina al tardo pomeriggio e mercoledì c'è la serata topica: dopo una cena a base di pizza (piatto tipico olandese), pasta (altro piatto tipicamente olandese) e birra (olandese, ovvio!), c'è il bok, una discussione su temi scelti dai partecipanti.

Insomma, la strada si presentava in salita.
 
Intanto arriva anche martedì, dopo una passeggiata ad Amsterdam, un po' di freddo - è il 26 febbraio, le previsioni dicono possibilità di neve - vado al forum. Il pomeriggio passa, alcuni speech sono interessanti, la sera il gruppo italiano va a cena per mangiare...no, nessuna pizza o pasta, ma una tagliata fatta come si deve!
Torno nel mio ostello, comincia a nevischiare. Durante il giorno mi sono scambiato dei messaggi con Erik, che mi ha consigliato di andare al Joe's Garage (http://www.joesgarage.nl/, in Pretoriusstraat 43), al Valreep (http://valreep.org/) o al Vanvrijk (http://www.vrankrijk.org/, in Spuistraat 216).
Mi riscaldo un po' e tento una sortita al Vanvrijk, un altro posto occupato, c'era un mercatino serale alle 7 ma ormai sono quasi le 11, le luci sono già spente (3).



È mercoledì, la giornata prosegue e io cerco di organizzare l'incontro con Erik per quella sera. Sto cercando di immaginare chi sia, mi aveva inizialmente detto che per lui andava bene incontrarsi la mattina e non la sera. Comincio a pensare che, condividendo casa con altri, non possa fare i suoi comodi oppure...magari occupa con la sua famiglia, insomma avrà dei bambini e a una certa ora sarà il caso che vadano a dormire. Durante la giornata, altro scambio di messaggi: stavo pensando di andare a visitare Antarctica (Amundsenweg 1, http://schoolantarctica.wordpress.com/), una scuola occupata a circa 5 chilometri dal mio ostello, Erik mi dice che abita lì vicino e che potremmo incontrarci. Gli rispondo ok!
Tento il tutto per tutto: fuggo alle 9 dal forum, corro a prendere il treno che mi riporta alla Centraal Station, poso la borsa e lo zaino e corro a prendere il 18, un autobus che dovrebbe arrivare a due passi dalla vecchia scuola. Aspetto 5 minuti, vedo l'autobus arrivare, in perfetto orario con quanto previsto dalla tabella della fermata e...bastardo, l'autobus non si ferma! Ma come, finora tutti gli autisti e controllori sono stati gentilissimi pure se gli facevo delle domande idiote e proprio adesso mi doveva capitare lo scemo del villaggio?
Non demordo e a passo veloce vado alla fermata successiva dove passa il tram, lo prendo e mi ritrovo vicino al Nieuwe Anita, da lì dovrebbe esserci un altro bus per raggiungere la mia meta. La cosa difficile ad Amsterdam è orientarsi...o sono io che ho problemi? (più probabile la seconda!).
Erik mi ha dato il contatto di una persona dell'Antarctica e mi ha detto di andare prima lì e poi di incontrarci a casa sua verso le 10-10.30. Mentre penso se è il caso di chiamarlo prima, l'autobus devia dal suo percorso...ci sono dei lavori per strada!
Scendo a piedi, incontro un ragazzo che mi indica la strada: almeno un chilometro! Le 10.30, chiamo Erik: è tardi, decidiamo di rimandare a domani, poco prima di ripartire.
 
Raggiungo finalmente, chiedendo indicazioni altre due volte, il posto: suono due volte come indicato fuori al prota e mi viene ad aprire un ragazzo, Tijco (4), che mi fa entrare dicendomi di parlare a bassa voce, stanno proiettando un film...italiano..."Il caimano" di Nanni Moretti!
 


Sembra che io non sia mai andato via dall'Italia...
o forse me la sono portata appresso?
 
Finisce il film - portato da un ragazzo italiano, Andrea, che frequenta architettura, la proiezione era prevista inizialmente per sabato ma è stata rimandata al martedì post-elezioni - alcuni ragazzi si guardano tra di loro, posso vedere dei grossi punti interrogativi sulle loro facce. Lo stesso Andrea li anticipa dicendo che le frasi dette durante il film sono state dette veramente dal "vero" caimano.
 
Mi avvicino a Tijco, e comincio a parlargli, presentandomi e facendomi spiegare un po' di cose di lui e di questo Antarctica. Inizialmente molto sospettoso, quando gli chiedo una birra si scioglie e sorride pure lui. Ha capito che non sono "pericoloso" e che veramente sono venuto a scrivere un articolo.
Tijco fa squatting da 3 anni e mezzo: la situazione all'Artarctica è tranquilla, la polizia non sembra avere intenzione di sgombrarli. In generale è sempre più difficile fare squatting, come già avevo letto nelle pagine del fumetto di Kathrin: da due anni fare squatting è illegale e questo vale anche per i posti abbandonati ma soprattutto non è necessario essere beccati in flagranza di reato, anche se ho occupato un anno fa sono passibile di denuncia. Antarctica è una vecchia scuola, quella nuova è accanto e infatti gli occupanti hanno un buon rapporto con il quartiere anche per questo motivo: nessuno da fastidio a nessuno e non si vogliono creare situazioni critiche nelle vicinanze dei bambini. Il mercatino dell'usato che si svolge ogni domenica è forse l'evento che unisce di più il quartiere.
 
Ormai è l'una di notte. Ci salutiamo e torno all'ostello, mi aspetta una bella sfacchinata e un bel tragitto a piedi prima di arrivare alla fermata più vicina.


È giovedì mattina. Faccio le valigie o meglio, faccio lo zaino, quello in cui sono riuscito a impacchettare maglie, calzini,computer, cavi, libri, un paio di scarpe di ricambio (e di sicurezza: una di quelle che porto si era rotta pochi giorni prima e l'ho sistemata con un metodo tutto mio).


Ultimi speeches al forum, si conclude anche questa giornata. Ci salutiamo tutti ripromettendoci di mantenerci in contatto e aspettando il prossimo forum 2014. E parto, finalmente per incontrare Erik.
L'appuntamento è alle 3.30, a poca distanza dall'Antarctica dove sono stato ieri sera.
Rivedere quelle strade con la luce del giorno fa un altro effetto: c'è sicuramente più vita, soprattutto tanti ragazzini che tornano dalle scuole, moltissime persone sono di origine mediorientale.
Dalla fermata, torno 30 metri indietro e passo attraverso una specie di arco che collega due palazzi. Mi ritrovo in una grande piazza che si apre sulla sinistra con un grande giardino, mentre sulla destra un edificio bianco e lungo, ad un solo piano, si estende con tante botteghe di alimentari, frutta e verdura. Arrivo al civico indicato da Erik: c'è una vetrina da cui è visibile un salone con 4 computer e un vecchio "coin-op", uno di quegli scatoloni da sala giochi di quando ero piccolo.


Busso e, dalle scale di fronte alla porta, scende Erik.

Chi è Erik?
Eccolo qua!

All'apparenza, un tipo raccomandabile, giusto? Voglio dire, vedendolo per strada lo avrei scambiato per un onesto assicuratore!
(su richiesta di Erik, ho eliminato la foto).

Non ha una famiglia. Non condivide casa con nessuno. Diciamo che è una persona che, come un po' tutti, la sera vuole andare a dormire in santa pace. Un dubbio me lo sono tolto!
Ha cominciato a fare squatting nel '96 a Berlino e dal 2006 è ad Amsterdam. Sono 3 anni che occupa questa abitazione in cui è solito ospitare alcune exhibition di artisti di ogni genere e origine: questi computer sono stati programmati con delle opere interattive di una artista polacca.
Com'è il rapporto con le forze dell'ordine e con gli abitanti del quartiere?
La polizia passa circa ogni tre mesi, una pura formalità. La gente che abita in zona non è molto interessata al suo atelier, chi viene a vedere queste opere fa parte di altri giri: altri squatter o ragazzi di altri quartieri, che riempiono la casa durante le occupazioni.
Mentre parliamo, mi sposto con lui dal salone in una specie di cucina-garage: pezzi di biciclette e computer, scatoloni vari. <<Vuoi un caffè?>> mi dice mentre setaccia una confezione di pomodorini alla ricerca di qualcosa da buttare...<<Ok!>>, accetto, anche se domani sicuramente mi sarò preso la mucca pazza o l'influenza aviaria, dato lo stato della cucina.
<<A giugno probabilmente mi cacceranno fuori.>>
<<Dove andrai?>>
<<Penso di ritornare a Berlino. Li vedi gli scatoloni? Ho già cominciato a impacchettare le mie cose. Quanta roba si accumula in tre anni!>>
<<Sei di Berlino?>>
<<No, vengo da un villaggio in Danimarca>>
<<Come ti sembra la situazione qui in Olanda, con le nuove leggi sulle occupazioni?>>
<<È tutto più difficile. Sicuramente è una manovra elettorale: chi abbandonava una abitazione non può aver trovato improvvisamente i soldi per ristrutturare. Comunque molti padroni avevano già tentato di fare una controrivoluzione, inserendo dentro le abitazioni che non potevano più gestire degli occupanti da loro autorizzati oppure...inviando delle persone a mettere paura agli squatter...antikraak, li chiamano! >>
<<Antikraak...forse il nome Artarctica, oltre che dall'indirizzo (Amundsenweg) deriva da un anagramma di antikraak?>>
<<No, non credo. E dire che anche lì hanno provato la stessa cosa. Comunque in generale la storia degli antikraak non ha funzionato. La violenza non ha funzionato. Per cui sono ricorsi alla legge.>>
<<Già! Hai una motivazione politica per fare squatting?>>
<<No. Occupo perchè mi va di occupare. Un po' per necessità e un po' per convenienza>>

Ci salutiamo, gli faccio un grande in bocca al lupo. Vado a riprendere l'autobus e mi dirigo all'aeroporto. È il 28 febbraio, giovedì, sono le 5 del pomeriggio: l'incontro è stato breve rispetto a tutta la fatica e all'attesa. Ma ne è valsa la pena!

Mentre aspetto l'aereo, mi accorgo che avrei dovuto fare più domande ad Erik e Tijco, sulle loro origini, sulla loro classe sociale e quanto possa influire sulle loro scelte. Ma è andata così, la prossima volta, forse, me ne ricorderò.

Epilogo

È il 27 Marzo, è passato un mese dalla traferta olandese. Entro in palestra e vicino alla sala pesi, circondato da altri 4 miei amici, vedo Iacopo. Lo conosco da quasi 3 anni, ha lavorato un una pizzeria con il fratello e nell'ufficio del padre, che si occupa di visti e passaporti. Pensavo fosse a Londra, invece è appena tornato da Amsterdam per andare a trovare i suoi durante il periodo di pasqua.
Mi racconta di come sta bene, che a Roma stava litigando già dopo mezz'ora di traffico mentre "lassù" ha tre biciclette.
<<Cosa fai?>>
<<Faccio il promoter di un ristorante>>...insomma, un buttadentro!
<<Ti trovi bene?>>
<<Bene? Benissimo! Qualità della vita eccezionale, pago 400 euro per un affitto e...sai quanto prendo?>>
<<No, quanto?>>
<< Prendo 2.200 euro al mese>>

Ripeto più volte quella cifra. Ho studiato anni per non arrivare a prenderla se non tra...meglio non pensarci!
Chiedo a Iacopo se ha ancora il siuo vecchio numero. <<Sì, sentiamoci presto!!!>>

Sì, sentiamoci presto:
mi sa che mi conviene andare ad Amsterdam, anche senza fare lo squatter!
 
NOTE:
(0): dal termine inglese "squat" che significa "occupare abusivamente" (anche "accosciarsi", ma qui non ci importa). Per una panoramica italiana e internazionale, otlre ai riferimenti su Amsterdam nella nota (2), si vedano i seguenti siti
http://it.wikipedia.org/wiki/Invasione_di_terreni_o_edifici
http://news2000.libero.it/editoriali/edc66.html
(1): cioè azzeccare quando devi mettere o non mettere le "h"; per chi avesse un vuoto di memoria, ricordo l'orrenda filastrocca: "ato-ito-uto l'acca va in aiuto, are-ere-ire l'acca fan fuggire"...tutti promossi giornalisti!.
(2): Un buon inizio, per chiunque sia interessato alla realtà dello squatting ad Amsterdam, sono i siti http://en.squat.net/tag/amsterdam/ e http://radar.squat.net/index.php?mode=search&profile=radar&what=0&where=22.
 (3): Mentre scrivo, leggo il programma di questa sera al Joe's Garage http://radar.squat.net/index.php?mode=details&what=0&profile=radar&timerange=0&where=22&event_id=123550 dove proietteranno "The Joke", un film cecoslovacco del 1969, tratto da un racconto di Milan Kundera.
(4): e non è assolutamente il contatto (Vessel) datomi da Erik.

2 commenti:

  1. WOW! altro che giornalismo, hai la stoffa del narratore.
    Quando le storie venivano tramandate oralmente da uomini erranti che vivevano affascinando le genti con i loro racconti di viaggio.
    Al giornalista (mancato? in itinere?) chiedo: fai attenzione non solo alle "h" ma ricordati anche che una breve definizione dell'argomento o concetto, nel nostro caso "squatting" aiuta il lettore sprovveduto (nel senso che non ha provveduto a cercare il significato delle parole su Wikipedia).

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  2. Come suggerito da Patrizia, aggiungo al definizione del termine/argomento squatting (e qualche link) in "Nota (0)".

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