mercoledì 19 giugno 2013

Criticare gli allenatori come i giornalisti e...altri modi per passare il pomeriggio

Certe volte ci ritroviamo a commentare, discutere e soprattutto criticare le opere e più in generale i lavori altrui.
Abbiamo tutto il diritto di farlo e lo facciamo, per dirla alla Corto Maltese, giudicando secondo noi stessi (1). E arrivando anche a degli eccessi, come capita a chi si ritrova a discutere dal salotto di casa sua le scelte tattiche fatte da un allenatore di una squadra di calcio.

(fonte: Wikipedia)

Un primo passo per non cascare nella cerchia dei "commentatori di allenatori" (ben più ampia di quella degli "spingitori di cavalieri" di guzzantiana memoria) sta nel non criticare su fatti che potevano essere conosciuti solo a posteriori: dire "doveva sostituire prima quel giocatore perchè poi si è infortunato ed è saltato lo schema"...non ha alcun senso!Rispetto ad altri mestieri però, può sorgere una differenza importante: chi per esempio scrive articoli o saggi dovrebbe, a mio parere, fare riferimento a fatti già accaduti o almeno considerare quanto già avvenuto

Oggi su faccialibro vedo un link postato da una mia amica: si tratta di un post apparso sul blog "Dagli Appennini alle Ande", autore Samuele Mazzolini, ospitato da unita.it .

Ad un anno dall'ingresso di Julian Assange nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, l'articolo riporta un riassunto di quanto successo e alcuni commenti finali.

(fonte: Wikipedia)
Ricordare quello che è successo e che ancora accade è importante, ma l'articolo è troppo grossolano.

Da un articolo scritto il 19 Giugno 2013 mi aspetto che riporti almeno la dichiarazione di Assange della stessa data ("Resterò nell'ambasciata dell'Ecuador anche se dovessero decadere le accuse delle autorita' svedesi contro di me") e informazioni sull'incontro di due giorni prima tra i ministri degli esteri di Ecuador e GB, di cui riporto un breve estratto, a futura memoria:
 I ministri hanno stabilito di comune accordo che debba istituirsi una commissione bilaterale per trovare una soluzione diplomatica al caso Assange, sul quale non è stato in un anno compiuto alcun progresso”. Patino ha, infatti, affermato che Assange è autorizzato a restare per altri 5 anni a vivere nell’ambasciata sudamericana, se non si trovasse un accordo. Hague ha però ribattuto che “una soluzione dovrà essere trovata in conformità con le leggi britanniche"
Posso capire lo spazio relativamente breve e il fatto che possa essere comodo avere un riassunto per chi non ne sa niente (Wikipedia da un un quadro migliore, comunque incompleto) ma...qualcuno può spiegarmi qual è la conclusione a cui quest'articolo vuole arrivare? 

Non c'è una conclusione vera, uno scopo, a meno che lo scopo sia solo ricordare questo "anniversario".
 
Oppure lo scopo è l'ennesimo confronto tra l'occidente e il sudamerica? Potrebbe essere...specie si confrontano le due frasi finali (che comunque vi invito a leggere, perchè è sempre giusto contestualizzarle a vostro modo):
L’Ecuador in tutto ciò ha mantenuto ferma la decisione di proteggere i diritti umani di Assange...
 e (mio stampatello maiuscolo)
...la Svezia – una volta culla socialdemocratica equidistante da Mosca e Washington, ora satellite statunitense e PATRIA DEL FEMMINISMO PIU' ESASPERATO

...una frase degna del peggior Ratzinger!
 
Se allora, tra le altre cose, si vuole fare un confronto tra due paesi, un confronto serio, sarebbe importante riportare informazioni sulle beghe del presidente Correa e che probabilmente hanno portato quest'ultimo ad appoggiare, allo scopo di farsi una pubblicità positiva, Assange.
Una fonte che invito a leggere è questo articolo del Fatto Quotidiano, in cui si riportano (mi sembra in maniera abbastanza equidistante) alcuni fatti, tra cui quanto segue:
[Correa] lo scorso febbraio è riuscito a far condannare i più alti dirigenti di El Universo a tre anni di prigione e a 40 milioni di dollari di multa (anche se poi Correa ha concesso l’amnistia). La ragione era un articolo pubblicato dal principale quotidiano del Paese nel settembre 2010, quando contro Correa era stato tentato un putsch da parte di poliziotti ribelli. Per aver ordinato un assalto ai rivoltosi, El Universo lo aveva accusato di «crimini contro l’umanità». Reporters sans frontières aveva ammesso l’esagerazione di quelle affermazioni. Ma aveva anche puntato il dito contro la reazione di Correa. E, assieme ad altre Ong, critica ormai regolarmente i limiti imposti sempre più dal Presidente alla libertà di stampa. Ebbene, la vicenda Assange potrebbe aiutarlo a risalire la china.
(fonte: Wikipedia)

Nulla di male, dal punto di vista della situazione di Assange, nel comportamento di Correa, però se si mettono a confronto due paesi (2), anche se quello non è lo scopo dell'articolo, mi sembra corretto fare almeno un commento a tale riguardo.

Insomma, un articolo così rischia anche di essere controproducente, per questa causa.

Sono sicuro, dal basso della mia inesperienza e del mio non appartenere alla categoria, che si può fare di meglio.
E posso dirlo senza rischiare di apparire un "commentatore di allenatori" (3).

Note
1: "Giudichi gli altri secondo te stesso, Corto Maltese. Ma questa volta ti sbagli." M.me Java a Corto Maltese, tratto da Il segreto di Tristan Bantam.
2: e se il blog si chiama "dagli Appennini alle Ande", qualche confronto deve saltare fuori per forza!
3: questo post di Carlo Pizzati, sul suo blog su ilPost.it , casca a fagiuolo:

"L’ossessione per il dibattito politico che nutre di audience i talk show, che procura lettori ad alcuni quotidiani e che fa il record di click sui super-blog, viene vissuta in Italia più o meno allo stesso modo. Qui l’utente/lettore/spettatore, un po’ come nella pornografia, proietta una parte di sé, o un’immagine che ha di sé, non nella performance sessuale che ha di fronte, ma in quella politica. Anche in questo caso si eccita nell’immedesimarsi: diventa “un politico”. Al contrario della pornografia, su questo set lui (o lei) è più bravo degli attori che osserva."

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