mercoledì 27 febbraio 2013

Amsterdam - una serata italiana

Arrivato all'aereoporto di Amsterdam capisci immediatamente che se sei vizioso troverai pane per i tuoi denti...sigari/liquori/cibo di ogni dove e sapore, cioccolata in tutte le forme e varianti colorate ed aromatizzate, per non parlare della grande offerta di qualunque tipo di merda fritta, anche nelle versioni panata e/o speziata.
Hanno pensato a tutti tranne me: io che sono in crisi di astinenza da ibuprofene, come faccio?
 
Mentre cerco una farmacia, al bagno (perchè mangiare, bere e pisciare sono le basi di una società libera e felice), il tizio accanto a me che "nel frattempo" parla al cellulare tenendolo con la destra non mi meraviglia, almeno finchè non si passa la sinistra sui capelli...e io che pensavo fosse brillantina!

Finalmente, la farmacia: alla ricerca dell'agognata panacea, mi perso tra un oceano di creme solari (è noto che l'Olanda si trova sotto un buco dell'ozono molto più grande di quella australiano) e di test di gravidanza, preda di un branco di hostess appena sbarcate dal mio aereo...cosa non succede in business class!
 
Mentre il treno mi porta alla stazione Centrale, una ragazza è impegnata a salvare il mondo da un'offensiva cinese su Ruzzle: il sorriso compiaciuto e il commento "fuck you bastard" mi rassicura del fatto che la mia emigrazione è solo temporanea e che non sarà necessario andare oltre Atlantico.
Rilassata, mi guarda, il tempo di un microsecondo basta a cambiare espressione e posare lo sguardo vuoto sul pavimento. Lancio uno sguardo rapido ai miei jeans, alle mie scarpe, alla mia immagine riflessa sul vetro del treno: niente di particolarmente sconvolgente, quindi?
Guardo meglio, intercetto la direttrice dello sguardo verso l'etichetta alitalia, vedo quel vuoto riempirsi di un sorriso beffardo. Il dubbio sorge e prima che i miei tre neuroni riescano a formare un pensiero definito, mi arriva un messaggio sul cellulare: ogni dubbio, ogni domanda, ogni felino (dal giaguaro smacchiato al soriano castrato della mia vicina)...tutto estinto!
 
 
L'Italia è uscita sderenata da queste elezioni!



(vi aspettavate qualcosa di diverso?)
 
Come siamo arrivati fino a qui? Il mio pensiero, degno di una nave di guerre stellari che fa un balzo nell'iperspazio, passa rapidamente tra i mondiali dell'82 e lo sbarco americano in Sicilia per giungere all'unità d'Italia. Praticamente il programma di storia e filosofia dell'ultimo anno di liceo più la domanda "cosa farai dopo la maturità"!
 
Decido che il momento, per quanto grave, è solenne: è necessario qualcosa che unisca l'effetto dirompente del fegato spappolato da una buona dose di birra&whisky con una follia post-neorealista italiana.
Ma siamo ad Amsterdam, per quanto l'alcool sia disponibile in quantità industriali come in ogni paese civilizzato, dove trovare un valido supporto morale e "italico" per raggiungere il mio scopo?

La soluzione è presto trovata: le ricerche fatte nei giorni precedenti alla partenza mi portano al "De Nieuwe Anita", un locale che si presenta come il saloncino di casa mia se non fosse per il piano bar in legno e l'illuminazione (qui usano lampadine, io vado avanti a candele..che romantico che sono!).

Chiedo al padrone del locale se è vero che proiettano un film italiano..."Sì", è la risposta, dovrei pagare 3 euro ma siccome è già cominciato entro a-gratis!
L'uomo si avvicina ad un muro su cui è stata dipinta una finta libreria, prende con la mano un finto libro che esce dal muro e...per magia, si apre la galleria di un mini-cinema!




Birra in mano, sgabello, gomiti sulla balaustra e sotto la platea piena di spettatori accoccolati su dei divanetti.
Il film è "Adua e le compagne". Riprendo la descrizione di uno dei siti su cui mi sono documentato:

"This Italian film from 1960 is a barely known gem. Shot in a gorgeous back&white, and wonderfully capturing the mood of the times (post-war Italy), it also boasts a dynamite cast including Simone Signoret, Emmanuelle Riva (Hiroshima mon amour, Haneke's Amour) and Marcello Mastroianni (La Dolce Vita)."
[aggiunta 9 Marzo 2013: il film è di Antonio Pietrangeli, su questo link http://www.repubblica.it/persone/2013/03/04/foto/sandra_milo-53822148/1/#1 una serie di foto di Sandra Milo, le prime due tratte proprio da questo film]
 

Cosa ci può essere di più significativo in questo momento della storia di quattro prostitute che dopo la chiusura del bordello in cui lavoravano cercano di aprire un ristorante in un vecchio casale e che, tra figli e preti e un mare di uomini innamorati o di cui innamorarsi, vengono rovinate da un protettore (1) e alla fine si ritrovano sulla strada...a fare la vita?

Sono sicuro che a nessuno è sfuggita la non sottile metafora tra la trama di questo film e la storia italiana!

Consiglio a tutti di vederlo: un po' per incazzarsi, un po' per piangere e anche un po' per ridere.

Note
1: per chi non sapesse cosa è un protettore, consiglio di cominciare la ricerca da questo link di Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Pappone "La villa venne progettata ed eretta nel 1912 su disegno di Gregorio Botta, su commissione del cavaliere del lavoro Francesco Pappone."
Curioso come le strade dei cavalieri del lavoro in Italia seguano percorsi molto simili tra di loro.

3 commenti:

  1. grande Simone, lucido e fantasioso.
    Avrai molte cose da dire e da ascoltare.

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  2. E come le parole custodiscano un potere non solo descrittivo (quello è il meno) ma anche illuminante e rivelatore della realtà.

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    1. Ecco,non avrei trovato parole migliori per dirlo.

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